Il leader di Azione rivuole il premier Draghi a Palazzo Chigi.
Tra i più ferventi sostenitori di Draghi c’è Carlo Calenda. Il leader di Azione insieme a +Europa di Emma Bonino oggi ha presentato il Patto repubblicano. In un’intervista a La Stampa però non nega un’alleanza con il Pd a patto che vengano chiarite alcune cose. Calenda non sbarra le porte ad un’alleanza basata su valori comuni e il sostegno all’agenda Draghi per far fronte alla destra guidata da Meloni. Ma mette in chiaro che chiederà una cosa precisa a Letta.
“Ci vuole rispetto reciproco nella differenza, dovrebbe essere un polo europeista e democratica con un’area liberal e una socialdemocratica. Non un listone unico” ribadisce Calenda. Il leader di Azione sottolinea lo stesso concetto di Bonino, ovvero che alla base deve esserci un programma unico e non solo la volontà di fermare la destra. Alla base di questo c’è l’agenda Draghi e l’eurodeputato chiede al segretario dem se tutti i suoi “compagni di strada” sono d’accordo su questo.
Calenda apre al fronte repubblicano
“Se uno dice no all’invio di armi in Ucraina e un altro dice che non vuole il rigassificatore, di che parliamo?” Tra gli alleati di Letta infatti ci sono molti che sono più vicini a Conte che a Draghi e che non condividono tutto dell’agenda di cui la federazione Azione +Europa ha fatto il suo credo. L’appello di Calenda è molto simile a quello fatto da Renzi. Ovvero le grandi coalizioni senza accordi e intenti precisi condivisi alla base, naufragano.
Calenda chiede pragmatismo e concretezza nell’attuare le cose come i termovalorizzatori e la rivisitazione del reddito di cittadinanza. Per il leader di Azione questa legge elettorale permette programmi e idee diverse senza leader unici per questo non pone un aut-aut. “Ma se c’è una cosa imparata da Draghi è che ci si allea per fare delle cose, non contro qualcuno” sottolinea. Azione non chiude il fronte repubblicano a nessuno e apre ai fuoriusciti di Forza Italia così come a Renzi.
Non dà la destra come vincitrice per scontato perché molti che prima votavano a destra, moderati e liberali ora cercano voti verso il centro per non assecondare la deriva sovranista ed estremista che ha preso la destra italiana.